Danni all'automobile causati da un animale. Chi paga?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11785/2017, risponde al quesito.

IL CASO

Un automobilista chiedeva che la Società di gestione delle autostrade venisse condannata al risarcimento dei danni non patrimoniali subiti a seguito di un sinistro causato da un capriolo che aveva invaso la carreggiata proprio nel momento del suo passaggio.

La Suprema Corte di Cassazione ha ribadito che: "la responsabilità per i danni cagionati dalle cose in custodia, prevista dall'art. 2051 c.c., ha natura oggettiva e trova fondamento nell'esigenza che chi trae profitto dalla cosa assuma anche il rischio per i danni che la cosa medesima possa arrecare ai terzi".

Con riferimento alle autostrade, posta la loro natura destinata alla percorrenza in condizioni di sicurezza, si ritiene possibile un controllo costante da parte della società proprietaria o concessionaria, la quale è chiamata a svolgere un'adeguata attività di vigilanza in funzione della prevenzione e della eliminazione delle eventuali cause di pericolo per gli utenti.

Nel caso trattato, applicando i principi summenzionati, la Suprema Corte ha ritenuto errata la sentenza di secondo grado nella quale veniva escluso il nesso tra la cosa in custodia (autostrada) e l'evento dannoso sulla base della circostanza che la rete di recinzione autostradale fosse integra al momento dell'incidente.

La Cassazione ha condannato la Società di gestione dell'autostrada così argomentato: "La circostanza relativa all'integrità della recinzione nel tratto autostradale interessato dall'incidente non ha impedito alla cosa (capriolo) di esplicare comunque la propria potenzialità dannosa, sia perché essa, lungi dal costituire caso fortuito, confermava piuttosto che il danno non era stato determinato da un fattore esterno imprevedibile ed inevitabile, ma era stato piuttosto la conseguenza dell'inefficace esercizio, da parte della Società, dei poteri di sorveglianza della cosa".

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