Messaggi Whatsapp? Sono prove documentali
- Avv. Cristiana De Paola
- 7 feb 2018
- Tempo di lettura: 1 min

I dati presenti nella memoria del telefono (sms, messaggi whatsApp, messaggi di posta elettronica "scaricati" e/o conservati) hanno natura di documenti.
Nell’era attuale è cambiato il modo di comunicare ed anche molte trattative si svolgono utilizzando tali strumenti.
In una recente sentenza, la Suprema Corte chiarisce che i dati informatici acquisiti dalla memoria del telefono hanno natura di documenti: questi testi non rientrano nel concetto di "corrispondenza", la cui nozione implica un'attività di spedizione mediante consegna a terzi per il recapito, nè si può parlare di attività di intercettazione, quindi l'acquisizione non soggiace a determinati limiti.
La stessa Corte, intervenendo in un caso analogo, aveva già chiarito che non può essere censurato il sequestro di supporti contenenti dati informatici poi restituiti, previa estrazione di copia integrale della relativa memoria.
Infine, in merito alla questione del sequestro di informazioni scambiate tra indagata e difensore, è sufficiente osservare che, non vertendosi in tema di sequestro di corrispondenza per le ragioni esposte in precedenza , è del tutto inopportuno il richiamo al divieto previsto dalla legge.
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